Enogastronomia

Olivetti

L’azienda Olivetti è la storia della nostra città Ivrea, di chi la abita e l’ha abitata, è la storia dei nostri genitori e dei nostri nonni perché tutto qui era Olivetti.

La storia della Olivetti iniziò il 29 ottobre del 1908 quando Camillo Olivetti (che già nel 1896 aveva fondato la CGS, fabbrica di apparecchiature elettriche trasferita poi a Milano) costituì a Ivrea (Torino) la “Ing. C. Olivetti & C.”, la “Prima fabbrica nazionale di macchine da per scrivere“, come di leggeva sull’insegna, con 20 dipendenti, un’officina di 500 mq ed una produzione di 20 macchine a settimana. Dopo una prima fase di avvio, che si concluse con la presentazione nel 1911 della prima macchina per scrivere, la M1, negli anni successivi l’azienda di Ivrea crebbe rapidamente, ampliando e diversificando l’offerta sia in Italia che nel mondo. Alla fine degli anni Venti raggiunse una produzione annua di 13.000 macchine, debuttando, a cavallo tra gli anni Quaranta, anche nel settore delle telescriventi, delle calcolatrici, dei mobili e delle attrezzature per ufficio.

Un contributo fondamentale a questa espansione giunse, a partire dal 1933, da Adriano Olivetti, figlio di Camillo, che impresse uno stile e una cultura che faranno dell’azienda un esempio unico nella storia industriale italiana ed europea. Sotto la guida di Adriano, negli anni Cinquanta, la Olivetti registrò una crescita straordinaria, creando modelli che divennero un simbolo dell’Italian style, come la Lexikon 80, la Lettera 22 – forse la portatile più famosa – la calcolatrice Divisumma, la MC 24.

La Olivetti passò da 200 dipendenti nel 1924 a 800 nel 1933, da 2000 nel 1938 a 4000 nel 1942.

Per mantenersi grande ed esplorare le frontiere del progresso tecnologico l’impresa assunse un respiro internazionale: fra il 1929 e la seconda guerra mondiale Olivetti creò proprie consociate in Belgio, Argentina, Brasile, Francia e Spagna. Già in quello stesso 1929 la consociata spagnola si configurò come un’autonoma unità produttiva a ciclo integrale, mentre le altre mantennero per un certo tempo un profilo più legato alla distribuzione commerciale, pur se corredate da officine di riparazione e di ricondizionamento di prodotti (in epoca successiva anche queste divennero veri e propri stabilimenti industriali).

In un momento di forte espansione dell’azienda, ma anche di delicati impegni derivanti dallo sviluppo dell’elettronica e dall’acquisizione della Underwood, Adriano Olivetti muore improvvisamente durante un viaggio in treno da Milano a Losanna: è il 27 febbraio 1960. Lascia un’azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all’estero; ma soprattutto lascia un’impronta indelebile nella storia di un’azienda e di un territorio, un segno inconfondibile nell’industria italiana ed europea.

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