I Castelli del Canavese

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Il circuito dei castelli del Canavese è costituito da un insieme di antichi manieri e castelli testimonianza di un antico passato spesso contraddistinto da sommosse popolari e guerre civili.
I più conosciuti sono il Castello di Ivrea, il Castello di Agliè e il Castello di Masino.

CASTELLO DI IVREA
Il famoso e imponente castello dalle “rosse torri”, costruito nel 1358 da Amedeo VI di Savoia detto il Conte Verde, fu sede di avvenimenti politici e di sontuose feste medioevali. Ha mantenuto sino ai nostri giorni il caratteristico aspetto di una fortezza difensiva.

CASTELLO DI AGLIE’
Maestosa residenza sabauda del XII secolo e, dal 1600, prestigioso esempio di architettura barocca realizzato su progetti di Amedeo di Castellamonte e Ignazio Birago di Borgaro. Il castello è impreziosito da un esteso parco, e giardini all’inglese all’italiana , e da artistiche fontane.

CASTELLO DI MASINO
D’origine alto-medioevale e per dieci secoli residenza dei Conti Valperga di Masino, dal 1987 è proprietà del FAI. Trasformato nel tempo in residenza di campagna e circondato da un vasto parco all’inglese, domina la pianura canavesana. Nella Cappella interna sono conservate le ceneri di Arduino d’Ivrea, re d’Italia.

REGGIA DI VENARIA REALE
La reggia di Venaria Reale (in piemontese ël Castel ‘dla Venarìa) è una delle maggiori residenze sabaude in Piemonte. Probabilmente la più grande per dimensioni.
La reggia di Venarìa fu progettata e costruita in pochi anni (1658 – 1679) su progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte. A commissionarla fu il duca Carlo Emanuele II che intendeva farne la base per le battute di caccia nella brughiera collinare torinese.
L’insieme dei corpi di fabbrica che costituiscono il complesso, enorme se si considera l’estensione (80.000 m² di piano calpestabile), include il parco ed il borgo storico di Venaria, costruiti in modo da formare una sorta di collare che rievoca direttamente la Santissima Annunziata, simbolo della casa sabauda.
Al borgo si unirono molte case e palazzi di lavoratori e normali cittadini che vollero abitare nei dintorni della Reggia, fino a far diventare Venaria Reale un comune autonomo della provincia di Torino.
La scelta del sito fu favorita dalla vicinanza degli estesi boschi detti del Gran Paese, ricchissimi di selvaggina: un territorio che si estende per un centinaio di chilometri fino alle montagne alpine, giungendo a sud e a est in prossimità del capoluogo.

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